Il mercato fotovoltaico europeo, si legge, nel 2014 ha registrato un calo delle nuove installazioni che si sono attestate a 7 GW, contro i 10,5 del 2013 e i 17,7 GW del 2012. La previsione è che per il 2015 l’installato annuale si mantenga tra i 6 e gli 11 GW, per poi ricominciare a crescere a un ritmo compreso tra 7 e 17 GW nei quattro anni successivi a seconda dei diversi scenari (vedi grafico sotto).
La crescita della penetrazione del solare FV in Europa, impressionante negli anni scorsi dunque continuerà: per il 2019 SPE stima (vedi grafico sotto), nello scenario più conservativo, un installato complessivo di 121 GW – cioè il 36,5% in più rispetto agli attuali 88,6 GW – e di 158 GW (+78,3%) nello scenario più ottimista, ad elevata penetrazione del solare.
Il Paese europeo in cui si è installato di più nel 2014 è stato il Regno Unito, con 2,4 GW, seguito da Germania (1,9 GW) e Francia (927 MW). L’Italia nel report è definita “in un periodo di transizione”, avendo connesso appena 385 MW, che hanno portato a 18.313 MW di potenza totale, “nonostante un buon quadro regolatorio”. Per gli anni a venire la previsione sembra però abbastanza buona: si stima che entro il 2019 l’installato cumulativo salga a oltre 23 GW, per cui secondo l’associazione nei prossimi 5 anni dovremmo registrare un installato annuale in media attorno al GW.
Il report dà anche una fotografia di come stia cambiando il parco elettrico europeo. Negli ultimi 14 anni l’unica fonte fossile con un rapporto positivo tra installazioni e decomissioning (vedi grafico sotto) è il gas, mentre carbone, nucleare e olio combustibile perdono nettemente terreno. “Per la prima volta in Europa le fonti rinnovabili hanno prodotto più del nucleare. E l’energia solare è stata determinante per centrare questo straordinario risultato”, si commenta nell’introduzione al rapporto.
Il successo del FV è, e sarà, dovuto soprattutto al calo dei costi degli impianti, scesi di circa il 75% in meno di 10 anni. Il fotovoltaico, d’altra parte, in molte situazioni è già competitivo in quanto a costi se confrontato alle fossili più economiche, come mostra il grafico qui sotto sul costo LCOE, cioè “tutto compreso” del kWh (vedi grafico sotto).
Costi inferiori a 1 €/W – si riporta – sono ora comuni in molti Paesi europei per i parchi oltre il MW di potenza e prezzi di circa 1 $/W si registrano nella maggior parte delle aste competitive. Questo risultato, rileva SolarPower Europe, è stato reso possibile dalla discesa del costo degli inverter e dei moduli, anche se nel secondo caso “il prezzo minimo di importazione dei prodotti cinesi in Europa ha mantenuto i prezzi a un livello superiore a quello di mercato”.
Proprio la diminuzione dei costi, conclude l’associazione, ha portato la UE asottostimare i target comunitari per il FV al 2020 (ma anche quelli al 2030), basati su prezzi del 2009. Oggi, di conseguenza, gli obiettivi definiti da Epia-SolarPowerEurope tre anni fa sembrano ampiamente raggiungibili: 10-15% della domanda elettrica europea coperta dal FV al 2030 (in Italia siamo già ora al 7,5%) è una quota fattibile.
Il dossier fornisce anche una fotografia del mercato mondiale: la capacità cumulata a fine 2014 è di 178 GW grazie a un installato annuale record di 40 GW, contro i 37 del 2013 (SPE basa le sue stime sulle connessioni alla rete, mentre altre fonti fanno riferimento agli ordini e parlano di 44-46 GW di nuovo installato per l’anno scorso). Su scala mondiale, le stime al 2019 dell’associazione sono comprese tra 396 e 540 GW.
Come minimo, dunque, nei prossimi 5 anni la potenza fotovoltaica mondiale raddoppierà (vedi grafico), ma è forse più probabile che triplichi visto che in questi ultimi anni la crescita della tecnologia si è sempre rivelata più rapida delle previsioni più ottimistiche.
Il Global Market Outlook For Solar Power / 2015 – 2019 (pdf)