Pubblichiamo di seguito l’intervista di Roberta De Carolis, della redazione di Greenme, al Vice Presidente Giga, Fabio Roggiolani, tra i promotori della petizione a favore dei Sistemi di Distribuzione Chiusi, passaggio fondamentale per rendere piena sovranità all’utente dell’energia nel nuovo modello energetico distribuito.
Il Governo sta bloccando l’autoproduzione di energia e ostacolando le rinnovabili. Attualmente non è consentito scambiare energia con i vicini, né alle imprese, né ai privati cittadini; non è consentito nemmeno regalarla.
Tutto questo, insieme a provvedimenti antirinnovabili che spesso vengono approvati, rende l’Italia arretrata rispetto ad altri paesi Europei, magari con meno risorse naturali come sole e vento. La soluzione potrebbe essere l’approvazione di alcuni emendamenti al DDL concorrenza, una normativa che il Senato sta per riprendere in esame.
E’ questo quello che chiede una petizione online promossa da Fabio Roggiolani, Vicepresidente Gruppo informale per la geotermia e l’ambiente, che abbiamo intervistato.
Perché la generazione distribuita viene ostacolata?
“Si moltiplicherebbero gli imprenditori delle rinnovabili. Nel mio condominio potrei produrre energia e distribuirla agli altri condomini, una piccola, media o grande azienda potrebbe distribuirla a tutte le altre aziende in un’area industriale, un Comune potrebbe alimentare la sua rete di illuminazione, se interamente privata e collegata” così Roggiolani inizia a spiegare uno dei “paradossi italiani”.
La felice situazione descritta potrebbe realizzarsi se il nostro Governo recepisse alcuni emendamenti al DDL Concorrenza che il Senato sta per riprendere in esame. Il provvedimento infatti, attualmente limita i cosiddetti ‘Sistemi di distribuzione chiusi’ (Sdc), le reti elettriche private che distribuiscono energia elettrica come delle minireti autosufficienti. Ma in Italia bloccate.
Come è gestita oggi l’energia elettrica in Italia
Nel nostro Paese l’energia elettrica è gestita e distribuita “dall’alto”, rendendone di fatto impossibile lo scambio e la vendita liberi. Ma tutto ciò avviene solo in Italia, dove “vige un controllo monopolistico dell’energia elettrica – tuona al telefono Roggiolani – perchè le lobby funzionano bene […]. L’Italia è l’unico Paese in Europa ad essere escluso da qualcosa di sacrosanto”.
Questa situazione, combinata con una scarsa attenzione alle rinnovabili, spesso osteggiate, sta creando sfiducia negli imprenditori. Una realtà che non può e non deve proseguire. Da qui la volontà di fermare lo “stallo”, richiesta a gran voce da molte associazioni ambientaliste. Ma non solo.
Una rivoluzione già in atto, che passa per le smart grid..
La stessa Autorità garante per la concorrenza e il mercato è intervenuta infatti su questo con un parere formale inviato alle massime cariche dello Stato, sottolineando che “le reti elettriche private possono essere anche veicolo di spinta all’innovazione tecnologica del sistema elettrico nazionale, prevedendo molto spesso al loro interno l’adozione di tecnologie afferenti al novero delle c.d. reti intelligenti (o, nella dicitura anglosassone ormai di largo utilizzo, c.d. “smart grids”)”.
Innovazione che passa per le smart grid ma che vede anche le rinnovabili in prima linea. Con il libero scambio di energia infatti, osserva Roggiolani, “automaticamente si moltiplicherebbero in maniera esponenziale gli imprenditori delle rinnovabili, che non lo farebbero solo in quanto venditori di energia. Potrebbero infatti scambiare energia con i vicini, o comunque fare di questo mercato una piccola attività aggiuntiva rispetto alla propria attività imprenditoriale”.
Tra l’altro non era nemmeno la prima volta che l’Agcm si esprimeva in favore degli Sdc. Nel 2011 aveva infatti osservato come il sostegno alla diffusione delle reti elettriche private potesse, tramite adeguati stimoli concorrenziali, incentivare la gestione delle stesse reti pubbliche.
Aspetto questo da rimarcare, perché una delle osservazioni al libero mercato delle reti private è il rischio della “perdita di controllo dell’energia”. Non sembra invece affatto essere così. Anzi.
I rischi nel DDL concorrenza per i Sistemi di distribuzione chiusa
“Se si parla di controllo monopolistico, in termini di speculazione, ben venga, grazie a Dio. Non si capisce perché tutte le altre merci possono circolare liberamente, compreso il calore, tranne l’energia elettrica, che non si può nemmeno regalare” continua Roggiolani.
“Se invece si parla di rete, non ci sarà alcun problema. Si parla di ‘Sistemi di distribuzione chiusa’: anche oggi il mio condominio ha una sua alimentazione, ma arrivano 6 contatori. Se gli emendamenti al DDL fossero approvati, arriverebbe un solo contatore”.
Quindi nessun rischio per la rete, che ne potrebbe addirittura guadagnare, in quanto, come ha sottolineato il Vicepresidente, la rete in questo modo si accorcia, perde meno energia, e si rafforza perché, in un momento di crisi energetica, i sistemi di distribuzione chiusa sono vivi e vegeti, funzionando anche in caso di black out.
Lobby forti, Governi compiacenti
Ancora una volta.
“Se produco energia rinnovabile, non ingombro la rete, uso i miei cavi, ho il mio percorso, non vedo per quale motivo devo essere bloccato. Tutti i lacci con cui ci stanno bloccando è un’inseminazione di polpette avvelenate operata da una manina, e chi dovrebbe bloccarla, si mette delle fette di prosciutto sugli occhi tutti i giorni” conclude Roggiolani.
Ma c’è un modo per sbloccare la situazione. Alzare, ancora una volta, la nostra voce.
Come hanno già fatto i primi firmatari della petizione indirizzata al Governo per chiedere che “scambiare o vendere energie rinnovabili sia libero per tutti”, da Jacopo Fo a Giovanni Battista Zorzoli.
da www.ecquologia.com