Il Giappone, orfano del nucleare, conferma la sua svolta verso le energie pulite e accelera con nuovi incentivi generosi, specialmente per il fotovoltaico. Le nuove tariffe feed-in per le rinnovabili partiranno dal 1° luglio, sono molto attraenti e promettono uno sviluppo esplosivo delle rinnovabili, fotovoltaico in testa. Oggi è il 26esimo anniversario del disastro nucleare di Chernobyl, vogliamo ricordarlo con questa notizia che mostra la strada che si può percorrere per lasciarsi alle spalle questa tecnologia intrinsecamente insicura: il Giappone, orfano dell’atomo dopo Fukushima, conferma la sua svolta verso le rinnovabili e accelera con nuovi incentivi, piuttosto generosi, specialmente per il fotovoltaico. Nel Paese, infatti, dal 1° luglio 2012 entreranno in vigore nuove tariffe incentivanti per le rinnovabili elettriche. Obiettivo: promuovere un rapido sviluppo delle fonti pulite per contribuire a colmare il grande vuoto lasciato dall’atomo.
L’annuncio ufficiale sull’entità dei premi ci sarà solo domani, ma le anticipazioni di stampa (si veda Kyodo/Bloomberg su Japan Times) parlano di incentivi decisamente attraenti per la nuova tariffa feed-in cui avranno diritto per 20 anni dall’entrata in esercizio gli impianti a rinnovabili. L’eolico per esempio verrà premiato con 23 Yen per chilowattora (21 centesimi di euro), ma la tariffa feed-in più appetitosa sembra essere quella per il fotovoltaico, circa 42 Yen per chilowattora prodotto, ossia circa 39 centesimi di euro: un incentivo che permette una buona redditività visto il crollo del prezzo dei componenti che si è avuto in quest’ultimo anno e che si prevede continuerà.
In un momento in cui nei più grandi mercati mondiali del FV come l’Italia si stanno tagliando gli incentivi, con probabili pesanti ridimensionamenti dei volumi installati, è facile capire come il Giappone per le aziende del settore diventi ancora più interessante e possa avere nel 2012 un boom di installazioni. Già nel 2011 il Paese ha avuto un ruolo importante, con 1,1GW di fotovoltaico installati, ora le previsioni sono che le installazioni nell’anno in corso aumentino fino ad arrivare ai 2 GW, anche se, aggiungiamo noi, parlando di rinnovabili le stime sugli installati futuri vanno sempre presi con le pinze, dato che la storia ci ha insegnato che finora le ipotesi sono sempre state superate dalla realtà.
Dunque, una buona notizia per l’industria del fotovoltaico in questo periodo difficile, caratterizzato da sovrapproduzione rispetto alla domanda. D’altra parte che il Giappone premesse l’acceleratore sulle rinnovabili – e specie su tecnologie che come il fotovoltaico hanno il vantaggio di poter dare nuova potenza in rete in tempi brevissimi – lo prevedevamo: nel Paese c’è un grosso buco nell’offerta elettrica da colmare, quello lasciato da nucleare.
L’ultima centrale nucleare giapponese infatti sarà spenta il 5 maggio, la penultima si è fermata circa un mese fa. Per far ripartire i reattori fermi servirebbe l’autorizzazione governativa, che appare poco probabile, anche alla luce della forte opposizione di enti locali e opinione pubblica. Prima di Fukushima l’atomo pesava per oltre il 30% del mix elettrico e per circa il 12% del mix energetico totale: il gap da riempire dunque è grande; e nelle ore di picco della domanda già ora la produzione fatica a tenere il passo e si teme quel che potrà succedere nei mesi estivi, quando la domanda raggiungerà i massimi.
Nel frattempo per evitare black-out si sono rimesse in funzione vecchie centrali a fonti fossili e, per l’immediato futuro, ci si aspetta appunto uno sviluppo delle rinnovabili, fotovoltaico in testa. Uno sviluppo che, come si capisce dalle nuove tariffe incentivanti, potrebbe essere molto rapido.
Articolo di Giulio Meneghello