Edilizia

Una situazione “fluida e incerta”, che soffre da tempo “il disimpegno della Pubblica Amministrazione dagli investimenti in infrastrutture. È il commento allarmato di Gabriele Giacobazzi, presidente dell’Oice (Associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnico-economica) in occasione della pubblicazione dei dati mensili sugli appalti pubblici di ingegneria e architettura.
Il valore riscontrato nel gennaio 2012 è il più basso della serie mensile negli ultimi dieci anni: secondo l’aggiornamento al 31 gennaio 2012 dell’Osservatorio Oice-Informatel, infatti, le gare di servizi di ingegneria e architettura bandite nel mese di gennaio sarebbero 306 (di cui 21 sopra soglia) per un importo complessivo di soli 21,2 milioni di euro (9,5 sopra soglia e 11,7 sotto soglia).
Al confronto con i dati di gennaio 2011, si registra un decremento dello 0,6 % in numero (-32,3 sopra soglia e +2,9 sotto soglia) e del 32,3% in valore (-54,6 sopra soglia e +13,3 sotto soglia) e, rispetto al precedente mese di dicembre, all’incremento del 9,3% in numero (-19,2 sopra soglia e +12,2 sotto soglia) corrisponde il calo del 56,2% in valore (-78,4 sopra soglia e +8,5 sotto soglia).
Un dato che inevitabilmente aumenta le preoccupazioni per il settore, anche per effetto – secondo Giacobazzi – “del quadro normativo che, sottoposto a interventi di urgenza dal Governo Monti, rischia di destabilizzare le regole che le stazioni appaltanti devono applicare. Al di là del merito degli interventi posti in essere con il decreto legge sulle semplificazioni che, soprattutto con l’attivazione della banca dati nazionale sui contratti pubblici, dovrebbe effettivamente rendere molto più agevole la partecipazione alle gare riducendo i costi burocratici per le imprese e per le stazioni appaltanti”. Tra i problemi derivanti dai decreti d’urgenza del governo, l’Oice fa riferimento alle gare di progettazione per le quali, con l’abrogazione delle tariffe professionali – misura peraltro da tempo auspicata anche da Oice – si rischia la paralisi. “La norma contenuta nel decreto legge sulle liberalizzazioni priverà infatti le stazioni appaltanti di qualsiasi riferimento per stimare la base di gara e renderà impossibile definire i requisiti di capacità tecnica, anch’essi basati sulle tariffe, nonché predisporre i certificati dei servizi svolti. È un caso emblematico di come una norma pensata per settori particolarmente protetti, impatti su altri settori creando problemi evidentemente non studiati preventivamente e sui quali appare più che necessario intervenire in sede di conversione del decreto-legge. Sarebbe paradossale – ha concluso Giacobazzi – che un provvedimento dal quale ci si attende anche sviluppo e crescita finisca per raggiungere esattamente il risultato opposto: bloccare il mercato pubblico degli affidamenti di servizi di ingegneria e architettura.”
Dalle gare pubblicate sulla gazzetta comunitaria emerge che il dato relativo alla domanda di servizi di ingegneria e architettura in Italia è in tendenza inversa rispetto al resto dei Paesi, che registra un incremento del +13,5%. Le gare italiane pubblicate su gazzetta europea sono solamente 21, 10 in meno rispetto al 2011 (-32,3%); la quota italiana sul totale delle gare pubblicate dai Paesi membri economicamente rilevanti è irrisoria: 2,1% contro Francia 42,5%, Germania 10,5%, Polonia 8,0%, Ungheria 5,4%, Repubblica Ceca 4,3%, Gran Bretagna 4,2%, Spagna 2,3%.

I dati registrano, infine, il recupero dell’andamento delle gare miste, cioè per progettazione e costruzione insieme. Nel mese di gennaio 2012, rispetto allo stesso mese del 2010, il valore messo in gara sale del 43,7%.

 V.R.