Consiglio UE: più indipendenza energetica e obiettivi Clima-Energia 2030 entro ottobre
Molte parole sulle soluzioni per ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo e poche sulle politiche per il clima, che pure potrebbero fare molto per la sicurezza energetica dell’Unione, dato che solo aumentare dal 27 al 30% l’obiettivo 2030 sulle rinnovabile potrebbe triplicare la riduzione delle importazioni di gas in UE. La parte sull’energia del discorso di Herman Van Rumpoy (allegato in basso) seguito alla chiusura del Consiglio Europeo, terminato questa mattina, potrebbe essere sintetizzata così e anche le conclusioni ufficiali del vertice restano molto vaghe sugli obiettivi Clima-Energia 2030. Si rimanda infatti la decisione e non si dice niente di preciso, anche se tra le righe si vuole confermare l’approccio della Commissione, che non prevede un target vincolante per l’efficienza energetica né obiettivi nazionali per le rinnovabili (ma solo un obiettivo a livello di UE).
Quello di questa mattina sul clima, ha spiegato Van Rumpoy nel suo discorso (allegato in basso), “è stato il primo passo nella nostra discussione sugli obiettivi 2030 sul clima. Una discussione che abbiamo iniziato ora per il bene della prevedibilità a giovamento di investitori e imprese (…) in vista della conferenza sul clima di Parigi 2015”. “L’Europa – ha spiegato – non rinuncia alle proprie ambizioni sul cambiamento climatico. Ma, “dato l’enorme impatto sulle nostre economie non avremmo mai potuto decidere in una singola seduta. Questa mattina abbiamo stilato una solida tabella di marcia (…). Ci sono ancora degli aspetti che dobbiamo approfondire, ma, vi posso assicurare, la decisione sarà rapida, ben in tempo per la conferenza di Parigi: entro e non oltre ottobre 2014. In ogni caso, i nostri specifici obiettivi 2030 saranno pienamente in linea con il nostro ambizioso obiettivo a lungo termine per il 2050. Questo è un messaggio positivo che l’Europa vuole portare attivamente al vertice sul clima delle Nazioni Unite di settembre”.
Il documento ufficiale uscito dal Consiglio (allegato in basso) dice che “una politica europea sul energia e clima che sia coerente deve assicurare competitività economica, sicurezza energetica e raggiungimento degli obiettivi su clima e ambiente”. Tra le direttrici di questa politica,“incrementare ulteriormente la coerenza tra riduzione delle emissioni di gas serra, l’efficienza energetica e l’uso delle rinnovabili per raggiungere gli obiettivi 2030 in maniera cost-effective”. A riguardo – si specifica – un sistema ETS riformato giocherà un ruolo centrale.
Altro aspetto sottolineato, “assicurare a famiglie e imprese l’energia a prezzi accessibili e competitivi”. Potrebbe poi essere letta come una chiusura alla possibilità di che si definiscano target nazionali vincolanti sulle rinnovabili il punto che stabilisce di “garantire flessibilità agli Stati membri sulle modalità di soddisfacimento dei loro impegni, in modo da riflettere le circostanze nazionali e rispettare la loro libertà di determinare il proprio mix energetico”.
Non manca poi, tra gli argomenti segnalati come da affrontare, il problema della prevenzione di eventuali “carbon leakage”, cioè di studiare misure per proteggere le industrie energivore, mentre per l’efficienza energetica si parla di “rivedere in maniera tempestiva la Direttiva Efficienza Energetica e sviluppare una cornice normativa”.
Molto più spazio nel discorso del presidente come nel documento ufficiale è dedicato ai modi di ridurre la dipendenza energetica del vecchio continente “specialmente dalla Russia”, sottolinea Van Rumpoy. “Se non agiamo, la dipendenza dall’import salirà entro il 2035 fino a quota 80% del gas e del petrolio che consumiamo” (in Italia siamo già su queste percentuali, vedi presentazione GSE . “Il migliore strumento che abbiamo è il nostro mercato unico dell’energia. Che dobbiamo usare appieno”. Altra strada: “diversificare le rotte di approvvigionamento per e all’interno dell’Europa”.
A tal proposito le conclusioni del vertice parlano di completare entro il 2014 il mercato interno dell’energia, arrivare in fretta “a far sì che tutti gli Stati abbiano almeno il 10% della potenza elettrica interconnessa con l’estero”. Tra le interconnessioni da realizzare o completare si citano quelle con area mediterranea e penisola iberica e il Southern Corridor (cioè il gasdotto dalla regione del Caspio e dal Medio Oriente). Si parla poi di facilitare l’import di gas dal Nord America.
Infine, altro argomento affrontato al Consiglio è quello del costo dell’energia. Tra le soluzioni proposte c’è “un’evoluzione progressiva che renda più cost-effective e basati su meccanismi di mercato gli strumenti di supporto per le rinnovabili”, la stessa direzione tracciata dalla proposta della Commissione per le linee guida sugli aiuti di Stato per l’energia. Altre strade, gli investimenti in efficienza energetica e in demand-side management, l’uso più efficiente della produzione grazie al mercato interno, e la promozione dell’ “uso di risorse nazionali”.