In certe situazioni il fotovoltaico può convenire ancora di più se abbinato a un sistema di accumulo, che permette di massimizzare l’autoconsumo. Abbiamo cercato di rispondere in maniera semplice e veloce alle domande di chi vuole saperne di più su questa possibilità, parlando di topologie di batterie, costi, incentivi e risparmi possibili.
Mentre fino ad un paio di anni fa il beneficio economico era collegato direttamente agli incentivi erogati su tutta l’energia prodotta, oggi la convenienza è legata alla capacità di generare un risparmio in bolletta. Questo risparmio viene generato appunto grazie all’autoconsumo, che va in parte a ripagare l’investimento e in parte a generare il guadagno effettivo. Pertanto aggiungere le batterie all’impianto per usare l’energia dei moduli FV anche quando il sole non splende diventa interessante.
Quando si può fare?
Con la pubblicazione dell’attesa delibera sui sistemi di accumulo, l’Autorità per l’Energia ha chiarito quando si può fare. A patto che le batterie non immettano energia in rete lo si può fare sempre, anche per gli impianti realizzati in passato che ricevono gli incentivi del secondo, del terzo o del quarto Conto Energia. Unica eccezione è per gli impianti installati con il primo Conto Energia, cioè quelli allacciati tra il 2005 e il 2007, che altrimenti perderebbero il diritto alla tariffa incentivante.
Come funziona?
Quando il mio impianto produce (di giorno) posso stoccare temporaneamente parte dell’energia in surplus per utilizzarla la sera quando i pannelli non producono. Così la sera, anziché acquistare energia dalla rete, a un prezzo che per i clienti residenziali è di circa 0,19 €/kWh, potrò utilizzare quella autoprodotta e stoccata di giorno nelle batterie. In questo modo si riducono i costi in bolletta: in linea di massima con un autoconsumo del 70% il costo di un impianto fotovoltaico domestico con batterie, realizzato beneficiando delle detrazioni fiscali, viene ammortizzato in 9-10 anni (si vedano a proposito le simulazioni economiche di QualEnergia.it, Fotovoltaico con accumulo: conviene già ora?) .
Quanta energia devono accumulare le batterie?
Il fabbisogno medio annuale di una famiglia è di circa 3mila kWh che, grosso modo, corrisponde a poco meno di 8 kWh/giorno. I consumi di una famiglia avvengono (in media) per il 50-70% di sera e di notte ecco perché, per avere un buon livello di autonomia dalla rete, l’impianto fotovoltaico con batterie dovrà sfruttare il picco produttivo giornaliero per rendere disponibili nelle ore serali almeno 4 kWh. Questi kWh accumulati di giorno verranno usati di sera riducendo il prelievo dalla rete. Per semplificare: se riesco a sfruttare delle batterie per stoccare temporaneamente almeno 4 kWh al giorno, posso risparmiare 30-40 euro/mese. Ovviamente le performance che si riescono ad ottenere saranno diverse nei vari mesi dell’anno, dipendendo dalla diversa quantità di radiazione solare.
I tipi di batterie:
Il mercato oggi offre essenzialmente due tipi di batterie utilizzabili per questo tipo di impianti fotovoltaici: le tradizionali batterie al piombo (o meglio: al piombo-gel) e le batterie agli ioni di litio. Ciò che le differenzia sono essenzialmente due cose: i costi in rapporto alla loro “capacità di accumulo” e la durata nel tempo. Le batterie agli ioni di litio, anche se decisamente più costose, hanno una maggiore durata ed efficienza: durano intorno ai 10 anni e hanno una capacità di carica/scarica intorno all’80%. Le batterie al piombo e piombo/gel durano mediamente dai 3 ai 5 anni e hanno una percentuale di scarica intorno al 50%. Sono dunque meno efficienti, anche se più economiche.
Il mercato
Il mercato domestico del fotovoltaico è ancora relativamente giovane per quanto riguarda i sistemi di accumulo collegati agli impianti, ma offre già alcune soluzioni interessanti nelle quali le batterie vengono integrate nell’inverter. Come sempre la vera incognita sarà quella dei costi; il costo e la durata delle batterie saranno in grado di essere effettivamente giustificati dai risparmi generati? Si tratta, per ora, di un precario equilibrio anche in considerazione del fatto che in Italia, a differenza della Germania, per ora non si parla di incentivazione dello stoccaggio domestico (Si veda anche QualEnergia.it, Storage per il FV: arrivata la delibera, partirà il mercato?)
Quanto costa?
Con i prezzi attuali l’applicazione di un sistema di accumulo quasi raddoppia il costo di un impianto fotovoltaico. Per un impianto FV da 3 kWp con batteria al piombo-gel da 5,5 kWh si può spendere attorno ai 14.000 euro, prezzo chiavi in mano, per un impianto da 6 kWp con accumulo da 11 kWh si sale a circa 25mila euro. Parliamo ovviamente di prezzi indicativi, che possono variare anche di molto a seconda della tipologia di installazione, delle tecnologie usate e delle offerte commerciali.
Gli incentivi
Praticamente certa è invece la proroga delle detrazioni fiscali del 50% sugli impianti fotovoltaici sotto ai 20 kW (al servizio di casa) e sui relativi sistemi di accumulo. Lo sgravio fiscale, infatti, stando al testo della legge di Stabilità in fase di approvazione, rimane attivo anche per tutto il 2015 e, grazie a questa possibilità, i costi ancora leggermente alti vengono compensati fiscalmente rendendo conveniente l’investimento. Altra certezza, la totale esenzione, per gli impianti sotto i 20 kW, dal pagamento degli oneri di sistema sull’energia autoconsumata (mentre sopra a quella taglia si pagheranno 30-40 euro l’anno di oneri, se allacciati in bassa tensione, si vedano le nuove regole).